Mario Persico (Napoli 1930)

Visioni ambigue e magiche della realtà mai disgiunte dalla ragione o dalla tecnica caratterizzano non solo quest'opera ma tutta l'arte di Mario Persico. L'artista si lascia ispirare dall'istinto senza dimenticare la visione storica del mondo ed è proprio questa intelligenza trascendentale che gli permette di creare le nuove forme dell'universo atomico.
Persico prende parte di quel gruppo di artisti che nel corso degli anni Cinquanta fondò il movimento dell'Arte Nucleare il cui maggior esponente è Enrico Baj, questi artistiperseguivano la ricerca della bellezza ideale attraverso la rappresentazione dell'uomo nucleare e del suo spazio nel quale l'unica e sola verità risiede nell'atomo, contro ogni stile codificato affermano con forza l'irripetibilità dell'arte. Condividendo la ricerca intrapresa del gruppo egli struttura la sua ricerca indagando sugli aspetti mutevoli del reale focalizzandosi su quanto ci sia di terrificante ed affascinante nella natura e nel sogno.
Affascinato dalla "Magia Patafisica" di cui ne diventa il Gran Maestro, Persico sperimenta l'uso di colle viliniche e vernici industriali assemblando, come farebbe un antico rigattiere, pezzi meccanici e materiali di scarto per creare composizioni magiche e accattivanti. Dopo le sue mostre internazionali e le assidue frequentazioni con Marcel Duchamp, Baj e Schwarz, Persico si trasferisce definitivamente a Napoli.

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